Mercato Forex: Guida al funzionamento e caratteristiche

Benvenuto al corso di Investingoal dedicato al Mercato Forex.
Nel precedente corso abbiamo studiato tutte le basi necessarie per approcciarsi alla pratica dell’investimento. Prima di scoprire come questo sia possibile con il Social Trading, occorre innanzitutto andare a capire su quale mercato il Social Trading si sviluppa.
Il mercato del Social Trading è il Mercato Forex.
Sei un principiante? Scopri la nostra Lista dei migliori broker e risorse per principianti
Forse ne hai già sentito parlare, forse sei già un esperto, forse addirittura fai già trading su questo mercato. O forse non ne hai mai sentito parlare.
Non importa.
Come scoprirai, non ti verrà richiesto di diventare un professionista del settore per poterci investire. Tuttavia, un livello di conoscenza di base su come è strutturato il Forex, e quali sono i suoi protagonisti e le sue regole, non potrà far altro che migliorare il tuo investimento con il Social Trading.
Per cui, non scappare subito al prossimo corso, ma leggi attentamente anche questo, così da rafforzare le tue fondamenta fin da subito.
Ecco tutto quello che imparerai in questo guida:
Il termine FOREX è l’abbreviazione di FOReign EXchange Market.
Con questo termine, o la sua abbreviazione FX (in italiano mercato valutario), viene comunemente identificato il mercato in cui vengono scambiate le valute attraverso un tasso di cambio.
Il mercato Forex è un mercato monetario interbancario, nato nel 1971 a seguito della fine degli accordi di Bretton Woods. Questi accordi sancivano la convertibilità del dollaro in oro a un prezzo fisso, e di tutte le altre valute al dollaro. Finiti quegli accordi, si diede spazio al libero scambio di moneta, per arrivare più tardi al libero movimento dei tassi di cambio.
Da quella data ad oggi, grazie all’evoluzione di informatica ed internet, l’accessibilità a questo mercato e il volume delle transazioni sono costantemente cresciuti.
Storia del Mercato Forex: dai Faraoni a Soros
Ti sei mai chiesto come è nato il mercato Forex, ovvero il mercato valutario?
Quali sono stati gli eventi storici tramite i quali oggi possiamo liberamente comprare e vendere valute di tutto il mondo?
Potrebbe sembrarti scontato, ma in realtà la storia del Forex è molto più avvincente di quanto si possa immaginare.
In questo post riassumeremo con stile tutti gli eventi che hanno condotto alla nascita del mercato Forex come lo conosciamo oggi (clicca sul link per scoprire come funziona), e alla nascita del forex trading.
La nascita del bene più importante di tutti
Per raccontare la storia del Forex non vedo modo migliore di cominciare raccontando la storia del protagonista di questo mercato: il denaro.
C’è chi dice in Cina, chi invece nell’Egitto dei Faraoni, sta di fatto che l’apparizione del denaro è datata almeno 3000 mila anni prima di Cristo. Le prime forme tangibili di denaro furono le monete, le quali dal 1530 a.C. vennero dotate di un segno distintivo per autenticarle. Dal 650 a.C. presero la forma attuale e, con l’evoluzione della metallurgia, il loro utilizzo incrementò sempre più.
Dal V secolo d.C. al X le monete vennero prevalentemente utilizzate all’interno del relativo regno d’origine. L’espandersi dell’attività commerciale portò gli scambi a diventare da nazionali a internazionali, e vi fu quindi l’esigenza di facilitare pagamenti e transazioni.
Nel 1291 d.C. vennero create a Firenze le prime lettere di cambio, che fissavano appunto i tassi di cambio e i tassi d’interesse, e facilitavano notevolmente l’attività commerciale. Inutile dire come questa innovazione portò enormi fortune alle famiglie di banchieri dell’epoca, una tra le quali fu la famosa famiglia fiorentina dei Medici.
La nascita dei mercati finanziari
I mercati finanziari veri e propri fecero la loro comparsa nel XVI secolo.
Erano mercati semplici, basati sulle bilance commerciali dei paesi, e all’interno di questi mercati alcuni operatori cominciarono a trarre profitto dalla differenza nei tassi di cambio.
L’utilizzo del denaro nei secoli a venire si intensificò e si espanse, ma senza che vi fosse veramente una moneta dominante rispetto alle altre. Un avvenimento però pose le basi per il futuro cambiamento.
Nel 1866 venne completato il primo cavo di collegamento transatlantico che univa Europa e Stati uniti. Fu un evento di fondamentale importanza nella storia degli scambi, e portò molte banche europee a stabilirsi a Londra, incoronando di fatto la “City” primo centro finanziario del mondo.
CURIOSITÀ: è proprio per via di questo importante cavo che il cambio GBP/USD ha preso il nome di “Cable” (appunto “cavo” in inglese)
La sterlina divenne potente tra le valute mondiali, ma a farla da padrone era ancora il bene da sempre riconosciuto come il più affidabile: l’oro.
Il Gold Standard era un sistema di totale convertibilità delle valute in oro. Ogni valuta era convertibile in oro, e le banche centrali dovevano fungere anche da garanti di questa convertibilità possedendo delle riserve auree. Questo sistema consentì ai tassi di cambio di rimanere piuttosto stabili nei decenni.
Storia del Forex: la fine del Gold Standard
Fu la Prima Guerra Mondiale nel 1914 a porre fine al Gold Standard, dato che i paesi, per far fronte alle enormi spese, dovettero stampare moneta in grandi quantità, di fatto creando inflazione e rendendo impossibile la garanzia delle convertibilità.
Dopo la Prima Guerra Mondiale venne fatto un secondo tentativo di ritorno al Gold Standard, seppur con qualche modifica, ma la crisi del 1929 pose definitivamente fine ai tentativi di stabilità monetaria.
La supremazia del dollaro nel panorama finanziario mondiale venne sancita nella Seconda Guerra Mondiale, nel 1944, con gli accordi di Bretton Woods, dove venne istituito il Sistema Monetario Internazionale (IMS), un organo di controllo delle fluttuazioni valutarie e della stabilità economica. Veniva inoltre stabilito che solo il dollaro poteva essere convertito in oro, ad un tasso fisso di 35 dollari l’oncia, di fatto promuovendo il dollaro a valuta di base globale.
Importante fu anche la creazione del Fondo Monetario Internazionale (FMI) che doveva favorire e supportare le economie deboli e in via di sviluppo, sostenendo e controllando gli equilibri commerciali e la crescita economica globale all’interno di un sistema finanziario e valutario che si faceva sempre più complesso.
Fu proprio questa complessità, insieme alle necessità di trovare un nuovo sistema monetario più flessibile e di svalutare il dollaro, a far sì che nel 1971 il presidente statunitense Nixon, insieme con il FMI e i rappresentanti dei 10 stati principali, decise di abbandonare la convertibilità delle valute al dollaro e di quest’ultimo all’oro, aprendo le porte al mondo del tasso variabile libero.
Venne chiamato Accordo Smithsoniano, e fu forse il tassello più importante nell’imminente svilupparsi del Forex come lo conosciamo noi oggi.
La fine di fatto degli accordi di Bretton Woods diede campo libero alla creazione di denaro e al reperimento di capitali nei mercati finanziari. Nel 1976 gli accordi in Giamaica ufficializzarono definitivamente l’inizio di una nuova era negli scambi valutari, che vennero liberalizzati quasi completamente. L’oro non era più una riserva obbligatoria e le banche dovevano solo cercare di mantenere i tassi di cambio entro un margine di +/- 2,5 % dalla parità centrale.
Nel 1978 nacque lo SME, ovvero il Sistema Monetario Europeo, insieme al meccanismo di stabilizzazione delle valute (ERM) nei confronti dell’ECU, l’antenato dell’Euro.
Col passare degli anni l’avvento delle nuove tecnologie ha fatto sì che dagli anni ’90 i flussi di capitali aumentassero in maniera esponenziale, abbattendo quel muro che consentiva l’accesso al mercato del Forex solo alle grandi istituzioni finanziare, banche in primis.
Nuovi investitori e big trader poterono accedere coi loro capitali e allargare il numero dei giocatori.
L’atto finale e la nascita del moderno mercato Forex
Furono infine i fondi speculativi a dare l’ultima spinta all’evoluzione del mercato Forex come lo conosciamo noi oggi.
Nel 1992 il fondo speculativo di George Soros “attaccò” sterlina e lira causando una fortissima svalutazione e costringendo Italia e Inghilterra a uscire dallo SME. Questo attacco fece di fatto fallire anche la politica del contenimento dei tassi di cambio.
Si arrivò alla consapevolezza e all’accettazione di lasciare i cambi fluttuanti senza restrizioni alcune.
Ecco il tassello mancante.
Il mercato Forex venne di fatto liberalizzato. In principio erano necessarie grandi somme di denaro per poter operare, ma grazie all’espandersi e all’evolversi di internet e dell’informatica il Forex aprì velocemente le porte a tutti.
Le società di brokeraggio inondarono il mercato con le loro piattaforme e abbassarono (e continuano ad abbassare) sempre di più il margine minimo per poter operare, tanto che oggi, per ogni persona dotata di PC, connessione internet e qualche centinaio di dollari (anche meno), è possibile operare sul questo enorme mercato.
Piaciuta la storia del mercato Forex?
Facci sapere cosa ne pensi nei commenti!
Come funziona il mercato più grande al mondo
Il Forex è universalmente riconosciuto come il più grande mercato al mondo. Ogni giorno vengono effettuati scambi di valute per un volume di quasi 5.000 miliardi di dollari (cinquemila miliardi!). Per fare un paragone e capirne la grandezza, considera che il NYSE (New York Stocks Exchange), ovvero la borsa americana, la più grande al mondo, dove si scambiano azioni e derivati, ogni giorno in media fa solamente un volume di 22,4 miliardi di dollari di transazioni.
Occorre però specificare. 5.000 miliardi è il volume generato dal Forex nella sua interezza, ma come vedremo, questo mercato si divide in diversi sottomercati, e quello che a noi interessa è solamente il mercato forex SPOT. Qui operano i trader e i retail trader (trader privati e speculatori) che noi andremo a conoscere più a fondo e a sfruttare nel prossimo corso.
Il mercato SPOT del Forex è comunque enorme rispetto a tutti gli altri, registrando un volume medio di transazioni giornaliere pari a 1.500 miliardi di dollari. I retail trader (trader privati o piccoli speculatori) rappresentano una minima parte di questo mercato e per parteciparvi hanno bisogno di intermediari, quelli che nel mondo della finanza sono rappresentati dai Broker.
Come funziona il mercato Forex
Cominciamo quindi a dire in termini semplici come funziona il mercato Forex.
Il mercato valutario Forex è detto OTC (Over The Counter). OTC stà ad indicare che è un mercato che non ha una sede di intermediazione ufficiale, come il NYSE a New York o l’MTA a Milano etc. Il Forex si sviluppa su un circuito interbancario, senza avere una sede specifica, e i partecipanti a questo circuito possono liberamente fare trading tra di loro senza passare da una sede ufficiale.
Questa flessibilità intrinseca del mercato Forex, e l’incremento esponenziale del numero dei partecipanti, ha fatto si che le barriere d’accesso a questo mercato venissero del tutto abbattute.
Oggi il mercato Forex è davvero accessibile a tutti. Se una volta si poteva avere un problema di capitale iniziale, ora non esiste più neanche quello. Oggi è possibile aprire un conto versando anche solo poche decine di dollari di capitale iniziale.
Tuttavia, il fatto che sia facile accedervi non significa che sia facile anche investirci e guadagnarci. Questa è la leva che molti operatori hanno sfruttato per ottenere molti clienti, fuorviandoli e facendogli credere che fare trading sul Forex fosse un gioco da ragazzi.
Te lo dico subito e chiaramente: non è così.
Fare trading sul Forex è molto difficile, complicato, e richiede anni di preparazione ed esperienza.
Chiunque dica il contrario non sa di cosa sta parlando.
“Ma allora se è così difficile e impegnativo, perché è anche così famoso?”.
La risposta è semplice: perché con il Forex si possono fare un sacco di soldi, anche avendone pochi di partenza. C’è una buona notizia per te. Tu non avrai bisogno di percorrere il lungo e difficile cammino per diventare un trader sul Forex, ma potrai sfruttare a tuo vantaggio chi invece lo è già da tempo, come vedremo nel prossimo corso “Cos’è il Social Trading“.
In questo corso non ti parleremo di tecniche operative o di strategie per il Forex, ma vedremo punto per punto tutte le caratteristiche principali di questo mercato, in modo che tu abbia le conoscenze necessarie per affrontare il corso sul Social Trading con le giuste basi (qui puoi approfondire nel caso lo volessi). Non perdere altro tempo, e tuffati nella prima lezione di questo percorso diviso in 12 capitoli.
Il Forex è un mercato, e quindi per definizione, un luogo in cui si scambiano beni. Cominciamo quindi col capire che beni vengono scambiati nel mercato valutario chiamato Forex.
Cosa sono le valute nel Forex e come funzionano
Nel Forex viene scambiato il bene più conosciuto di tutti: il denaro, o per dirlo con un termine più tecnico, le valute.
Al contrario di altri mercati dove vengono mostrati i valori assoluti di un singolo bene, società o di un indice, nel mercato del Forex la rappresentazione del valore della valuta viene fatta sottoforma di rapporto. Un esempio per rendere più chiaro il concetto:
In caso di Società: | Apple 600,00$ (prezzo che identifica il valore dell’azione) |
In caso di Commodity: | Gold 1662,15 $/oncia (prezzo che indica il valore della commodity) |
In caso di Indice: | Ftse Mib 16.000 punti (Punti che rappresentano il valore dell’indice) |
Nel mercato delle valute i valori sono sempre determinati da un rapporto, ovvero il valore che una determinata divisa ha in rapporto ad un’altra.
Nel Forex non verrà mai espresso il valore di una valuta in termini assoluti, ma sempre in rapporto ad un’altra. Si parlerà quindi di:
Coppia di valute: EUR/USD 1,3000
Il valore 1,3000 esprime il valore della divisa Euro contro la divisa Dollaro.
Nel caso specifico stiamo dicendo che ci servono 1,3000 Dollari (uno virgola tre dollari) per avere 1 Euro.
Valuta Certa ed Incerta
Riprendendo il precedente esempio: EUR/USD 1,3000
Se diciamo che ci servono 1,300 dollari per avere 1 euro, all’incontrario possiamo dire che ci servono 0,7692 euro (1/1,3000 = 0,7692) per avere 1 dollaro. Stiamo dicendo la stessa cosa.
La valuta al numeratore (a sinistra, Euro nel nostro esempio) è definita “certa“, perché la sua quantità non varia mai nel rapporto, e corrisponde sempre al valore 1. Quella al denominatore (a destra, dollaro nel nostro esempio) è detta “incerta” perché la sua quantità varia al variare del prezzo di cambio.
Una convenzione molto importante stabilisce che il rapporto tra le valute deve essere rappresentato sempre allo stesso modo in tutto il mondo, e per qualsiasi intermediario. Se vediamo EUR/USD (e vedremo sempre eur/usd perché è la convenzione corretta) non troveremo mai USD/EUR.
I simboli dei cross valutari
Ecco come si leggono i simboli delle valute:
USD | United States Dollar |
JPY | Japan Yen |
CHF | Swiss Franc |
GBP | Great Britain Pound |
AUD | Australian Dollar |
CAD | Canadian Dollar |
Di solito, le prime due lettere identificano il paese, mentre la terza corrisponde all’iniziale della divisa del paese. Fa eccezione ovviamente EUR!
Orari del mercato forex
Il Forex tratta le divise dei mercati di tutto il mondo, ed è molto raro (a parte per le festività mondiali) che i mercati di tutto il mondo siano chiusi contemporaneamente. Quando è chiuso un mercato in una parte del mondo ne è aperto un altro in un’altra (ad esempio se è chiuso il mercato americano, è aperto quello giapponese).
Per questo motivo, il mercato del Forex rimane aperto 24 ore al giorno, per 5 giorni a settimana, a differenza degli altri mercati invece, sempre per esempio il NYSE, che aprono la mattina e chiudono il pomeriggio (orario locale).
Nel mercato Forex le negoziazioni delle valute iniziano solitamente alle 22:00 (GMT) della domenica, 23:00 Italiane, per terminare il venerdì alle 22:00 (GMT), sempre 23:00 ore Italiane.
Come funziona un cambio di valuta nel Forex
Facciamo un esempio pratico di cambio di valuta nel Forex.
Se dico che EUR/USD al momento, sul mercato, scambia a 1,3500, questo significa che 1 euro (valuta certa) corrisponde a 1,3500 dollari (valuta incerta), ovvero che se si vuole avere 1 euro, per comprarlo, sono necessari 1,3500 dollari.
Va da se che, quando la valuta Euro si apprezza nel cambio EUR/USD, lo fa a scapito della valuta Dollaro, quindi se l’EURO si apprezza il DOLLARO si deprezza, e viceversa in caso contrario.
Un cambio EUR/USD a 1,5000 indica che saranno necessari 1,5000 dollari per avere 1 euro, quindi più dollari rispetto all’esempio precedente. Infatti il cambio EUR/USD in questo esempio è salito a favore della valuta Euro, causando per contro un deprezzamento della valuta Dollaro.
Un cambio EUR/USD 1,1000 indica che saranno necessari 1,1000 dollari per comprare 1 euro, quindi meno dollari rispetto ai due esempi precedenti. Infatti, in questo esempio il cambio EUR/USD è sceso a scapito della divisa Euro, favorendo per contro un apprezzamento della divisa Dollaro.
Cambi di Valuta, un esempio di vita per comprenderle meglio
Il nostro amico Marco, ha da poco completato gli studi e decide di farsi una bella vacanza-lavoro negli Stati Uniti, per cambiare un po’ aria e imparare una nuova lingua lavorando. Visto che i suoi genitori se lo possono permettere, danno a Marco un bonus di 10.000 euro per il viaggio, che, sommati agli altri 10.000 che Marco si è messo da parte nel corso degli anni, fanno un totale di 20.000 euro.
Così, Marco parte dall’Italia per questa avventura e, una volta arrivato negli Stati Uniti cambia, i suoi 20.000 euro in dollari.
Nel momento in cui cambia il suo denaro, il cambio EUR/USD è pari a 1,5000, di conseguenza gli vengono consegnati 30.000 dollari americani.
Marco trascorre ben 6 mesi negli Stati Uniti, viaggiando, divertendosi, conoscendo molta gente e imparando l’Inglese. Solo che, contrariamente ai buoni propositi iniziali, Marco non lavora nemmeno un giorno, spendendo nei 6 mesi di vacanza la cifra di 6.000 Dollari.
Al rientro in Italia gli sono quindi rimasti 24.000 dollari Americani, che prontamente cambia in euro al cambio EUR/USD di 1,1000 (come puoi notare, nei 6 mesi di vacanza di Marco l’Euro si è molto deprezzato, favorendo un apprezzamento del Dollaro).
Marco è molto sorpreso e soddisfatto di quello che vede, perché l’impiegato gli consegna la bellezza di 21.816 euro. Ben 1.816 Euro in più rispetto a quando è partito.
Come è possibile? Marco è partito con 20.000 euro ed è tornato con 21.816 euro vivendo negli Stati Uniti per 6 mesi senza un lavoro, attingendo quindi solo dalle sue risorse.
Inconsapevolmente Marco ha sfruttato il mercato Forex. Ha fatto in 6 mesi quello che gli investitori, gli speculatori e i trader, fanno spesso giornalmente.
Il Cambio di valuta Forex
Analizziamo matematicamente la situazione per capire in pratica cosa vuol dire nel Forex il cambio valute, ed essere un trader o un investitore nel mercato dei cambi.
Abbiamo detto che Marco è partito con 20.000 euro, cambiandoli in dollari una volta giunto negli Stati Uniti. Quindi, l’operazione che viene fatta è quella di utilizzare i 20.000 Euro per comperare i Dollari.
Abbiamo detto che al momento dell’operazione il cambio EUR/USD si attestava a 1,5000, che è come dire che per comprare 1 euro sono necessari 1,5000 dollari, oppure che con 1 euro possono essere comprati 1,5000 dollari.
quindi1 euro x 1,5000 = 1,5000 dollari
20.0000 euro x 1,5000 = 30.000 dollari
Al ritorno, dopo aver speso 6.000 dollari, il nostro amico Marco possedeva la bellezza di 24.000 dollari, che ha cambiato in euro al tasso di cambio EUR/USD di 1,1000.
Quindi un cambio che vede un Euro molto più debole rispetto al Dollaro, se confrontato con la quotazione EUR/USD al momento della partenza di Marco.
1 euro x 1,1000 = 1,1000 dollari
quindi
1 Dollaro x (1/1,1000) = 0,9090 euro
Per tanto
24.000 dollari x 0,9090 = 21.818 euro (oppure per semplificare il calcolo puoi fare 24.000 Dollari DIVISO il cambio: 24.000 / 1.1000 = 21.818 euro)
Il gioco è fatto.
Per semplicità, si dice che fare trading sul mercato delle valute significa comprare una coppia di valute o un cambio valutario, o “currency pair”, quando questo ha un valore basso, per rivenderlo quando avrà un valore più alto, oppure venderlo (ti spiegherò in che senso) quando ha un valore alto, per poi ricomprarlo sul mercato quando questo avrà un valore più basso.
Nel mondo del trading si usano due termini specifici per descrivere i due scenari, e sono LONG e SHORT.
- “Andare long” significa comprare la valuta al numeratore e vendere la valuta al denominatore, nella speranza che la valuta al numeratore aumenti di valore, per rivenderla poi e incassare la differenza (quindi il valore del cambio sale).
- “Andare short” invece significa vendere la valuta al numeratore e comprare quella al denominatore, nella speranza che la valuta al numeratore perda di valore, in modo da da ricomprarla ad un prezzo inferiore, e incassare sempre la differenza (il valore del cambio scende).
Come funziona il Pip
Hai osservato prima come il valore del cambio tra Euro e Dollaro veniva espresso con un numero a 5 cifre, una prima e quattro dopo la virgola, come ad esempio 1,3020.
Ma come si esprimono le variazioni sul valore di un cambio valutario nel Forex? Si usano per caso gli stessi termini matematici come decimi, centesimi e millesimi?
La risposta è no. Nel Forex, contrariamente ad altri mercati dove l’unità di misura è il tick, si usano i PIP. Vediamo quindi insieme il pip Forex.
Cos’è il Pip Forex
Il forex pip è lo scostamento di prezzo minimo di un cambio.
Possiamo dire che sia l’unità di misura base degli spostamenti nel mercato dei cambi.
Facciamo un esempio per meglio rendere l’idea:
– se dico che EUR/USD quota 1,3020 più 1 Pip, allora EUR/USD quoterà 1,3021:
– se al contrario dico che EUR/USD quota 1,3020 meno 1 Pip, allora EUR/USD quoterà 1,3019.
Per cui, come avrai capito, il pip non è nient’altro che la quarta cifra decimale dopo la virgola. Quindi per misurarne la quantità avremo:
0,0001 = 1 pip
0,0010 = 10 pips
0,0100 = 100 pips
0,1000 = 1000 pips
La prima cosa a cui fare attenzione è di non confondere 1 pip con 0,1 pip (o decimo di pip). Alcuni broker offrono quotazioni che hanno fino a 5 cifre decimali dopo la virgola (molto più precise), ma il pip rimane sempre e comunque la quarta cifra.
La quinta cifra viene invece comunemente chiamata “Pippete” o decimo di pip.
Di conseguenza:
– se EUR/USD passa da 1,3020 a 1,3021 lo scostamento è stato di 1 pip;
– se EUR/USD passa da 1,30201 a 1,30202 lo scostamento è stato di 0,1 pip, Quindi 0,00001.
Le eccezioni alla regola
Alcune coppie di valute, tra cui le più famose sono quelle con lo Yen al denominatore (valuta incerta), hanno solo 2 cifre decimali dopo la virgola.
Per cui il pip non è più la quarta, ma la seconda cifra decimale, e il pipette diventa quindi la terza.
Esaminiamo la coppia di valute a due decimali più rappresentativa. La coppia di valute Dollaro contro Yen, viene rappresentata con solo 2 cifre dopo la virgola, ad esempio
Usd/Jpy = 103,25
In questo caso:
– se USD/JPY passa da 103,25 a 103,26 lo scostamento è stato di 1 pip;
– se USD/JPY passa da 103,251 a 103,252 lo scostamento è stato di 0,1 pip, o 1 pippete
A cosa servono i pip?
Abbiamo detto che il Pip funge da unità di misura dei movimenti nel mercato forex.
L’utilizzo dei Pip facilita anche le comunicazioni tra le parti, in quanto è più comodo ed immediato dire che il cambio EUR/USD si è mosso di 150 pip, piuttosto che dire che si è mosso di 150 millesimi.
Ma non abbiamo ancora detto qual è l’utilizzo più importante. I pip vengono utilizzati dai trader, o da qualsiasi operatore faccia una compravendita sul mercato Forex, per calcolare i profitti o le perdite della propria operazione.
Tutto sommato, il Forex risulta essere più facile di molti altri mercati anche sotto questo punto di vista. Come vedremo più avanti, quando viene aperta una compravendita, quello che avviene in sostanza è che il trader decide quanto sarà il valore del pip, e lo fa investendo una parte del suo capitale (nelle prossime lezioni vedremo tutto questo processo).
Una volta deciso quanto vale un pip per quell’operazione, non resta che vedere quanti pip il trader riesce ad accumulare, o in caso contrario a perdere. In ogni modo, quando l’operazione verrà chiusa, il profitto o la perdita non sarà altro se non la moltiplicazione del valore del pip deciso dal trader per il numero di pip guadagnati o persi.
Niente di più facile.
Questo è uno dei tanti elementi che ha spinto centinaia di migliaia di persone a cimentarsi con il mercato Forex, ovvero la sua semplicità di utilizzo. L’altro, come vedremo ora, è il fatto che il mercato Forex si muove ogni giorno di molti pip, o come si dice in gergo tecnico, è molto volatile.
I Pips e la volatilità
Le variazioni in termini di pips nel mercato del Forex sono molto frequenti e molto estese.
Questo è uno dei motivi principali per cui questo grande mercato è amato da moltissimi Trader, sia indipendenti che non. Se uno strumento finanziario si muove molto e molto frequentemente si dice che è molto volatile.
Molto spesso si sente parlare della volatilità solamente in termini negativi, indicandola come forte componente di rischio. Ma la verità è che se uno strumento non fosse volatile, non avrebbe senso usarlo per fare trading e per investirci.
Se il prezzo di un qualsiasi bene, che sia un’azione o un cambio, non si muove, diventa molto difficile trovare possibilità di investimento e guadagno, sia nel lungo periodo ma soprattutto nel medio e breve periodo.
Il fatto che nel Forex i movimenti in termini di pips siano frequenti ed estesi significa che, in questo mercato, il trader avrà molte occasioni per provare a prendere profitto. Aumentano anche le occasioni di perdita, questo è vero, ma è proprio l’alto numero di occasioni e di possibilità a far sì che i trader possano adoperare metodi statistici e profittevoli per operare professionalmente.
Tuttavia, data la volatilità, risulta ovvio che i trader devono essere in primo luogo capaci di difendersi dai possibili movimenti contrari, che significa essere in grado di saper gestire il rischio.
Cos’è lo Spread nel Forex e come funziona
Uno dei vocaboli di cui si sente spesso parlare in ambito di finanza e mercati è sicuramente il termine “Spread“.
Questa parola non vuol dire altro se non “differenza” o “differenziale”, ma in base all’ambito in cui viene utilizzato assume significati molto specifici. Andiamo a vedere cosa si intende solitamente per Forex Spread.
Lo spread: la differenza tra domanda ed offerta
Abbiamo visto come viene espresso il valore del cambio tra due valute. Tuttavia, quando approcciamo un broker (o intermediario), per chiedergli di poter compare o vendere una valuta in cambio di un’altra, non ci mostrerà un prezzo unico, ma bensì due: uno un pochino più alto del valore attuale del cambio, uno un pochino più basso.
Questi due valori rappresentano la quotazione spread, la domanda e l’offerta di quella determinata coppia di valute, in gergo italiano il “denaro” e la “lettera”, in inglese “Bid” e “Ask”.
Il prezzo in denaro, il bid, è sempre minore del prezzo in lettera, o ask. Per facilitare le cose, partiamo dal prezzo in lettera.
– L’Ask Price è il prezzo che in un book classico trovi alla tua destra. Supponiamo tu voglia inserire una proposta di acquisto sulla coppia EUR/USD, ovvero tu voglia andare long su quel cambio valutario.
Vai dal broker e gli chiedi quale è prezzo al quale poter fare l’acquisto. Il broker guarda la quotazione e dice che sul mercato, in quel momento, il miglior venditore, quello disposto a venderti il cambio EUR/USD al prezzo più basso (quindi ad essere short sullo stesso cambio) te lo offre al prezzo di 1,3001.
Quindi il tuo prezzo per acquistare EUR/USD sarà di 1.3001.
– Passiamo al prezzo in denaro, il Bid price. Supponiamo al contrario tu voglia inserire una proposta di vendita del cambio EUR/USD, ovvero tu voglia andare short su quella coppia di valute.
Il broker ti dice che per concludere l’operazione il miglior compratore, ovvero quello disposto a comprare il tuo cambio al prezzo maggiore, concluderebbe la transazione al prezzo di 1,2999. Quindi il tuo prezzo per vendere EUR/USD è 1.2999.
La differenza tra il tuo prezzo di acquisto, 1.3001 e il tuo prezzo di vendita 1.2999, che in questo caso è di 2 pip, viene definita in gergo “spread”, che è la differenza tra il miglior venditore e il miglior acquirente.
Il profitto del broker
Molti broker, la maggior parte dei quali operanti in mercati non Forex, per ottenere il loro guadagno chiedono al loro cliente una piccola percentuale sul volume dell’operazione.
Ad esempio, se il cliente apre un operazione di acquisto su azioni delle Apple per un volume pari a 10.000 dollari, il broker guadagnerà un piccola percentuale su quei 10.000 dollari, generalmente dello 0.05%, o 5 basis point (punti base).
La maggior parte dei broker sul Forex invece non applicano le commissioni, ma allargano semplicemente lo spread del mercato, percependo in questo modo il loro tornaconto.
A questo punto si creano 2 tipi di spread. C’è lo spread reale, basato sulle quotazioni di mercato e suoi livelli di domanda e offerta reali. Poi c’è lo spread del broker. Quest’ultimo utilizzerà quello reale e aggiungerà una piccola quantità in termini di pip, e te lo proporrà per le tue operazioni.
La differenza tra lo spread reale e lo spread del broker è proprio ciò che quest’ultimo guadagnerà da ogni tua operazione. Significa che il broker, per il fatto di fornirti questo servizio di compravendita, ti chiede in cambio una piccola quantità sulla transazione che stai per effettuare.
Prendendo l’esempio precedente, se le quotazioni in denaro-lettera del cambio EUR/USD erano rispettivamente di 1,2999 e 1,3001 il broker inserirà un ulteriore spread, sia in acquisto che in vendita, di ad esempio 1 pip, facendoti vedere non più i precedenti valori ma, 1.2998 e 1.3002.
Quindi tu vedrai direttamente un prezzo per la vendita non di 1.2999 ma di 1.2998, e per l’acquisto di 1.3002 invece di 1.3001. Quindi per te lo spread tra denaro e lettera sarà di 4 pips.
Come detto altre volte, il mercato Forex si sta evolvendo ancora e sta diventando sempre più efficiente, e oltre a questo la concorrenza tra broker si fa sempre più agguerrita.
Cosa significa? Significa che gli spread aggiuntivi applicati dai broker stanno diventando sempre più piccoli, a beneficio dei guadagni dell’utente e dell’investitore.
Cos’è un Forex Broker e come funziona
Supponiamo tu sia pronto per fare la tua prima operazione sul mercato del Forex.
Prima di decidere quale particolare cambio utilizzare per la compravendita, prima ancora di decidere se comprare o se vendere, prima di tutto questo hai bisogno di due cose fondamentali.
Ora, tutto quello che ti serve è un capitale con cui partire, ma soprattutto un forex broker.
Cosa è un Broker?
Sono detti Broker quegli intermediari che eseguono ordini per conto dei clienti. Vengono chiamati intermediari perché il loro compito è quello di intercedere tra il mercato da una parte, e gli investitori o i trader dall’altra. I compiti assolti dal broker sono:
- fornire al cliente le quotazioni di mercato dei vari strumenti finanziari (o sottostanti), attraverso piattaforme di trading accessibili via web o installabili sul pc, oppure in alcuni casi, via telefono (pratica più utilizzata un tempo e ad oggi in declino);
- trovare una controparte con cui soddisfare la richiesta di compravendita ricevuta dal suo cliente;
- Mandare a mercato gli ordini di compravendita impartiti dai trader per mezzo del pc o del telefono;
- Restituire informazioni sull’esito dell’ordine, quindi se questo sia stato eseguito o respinto o si trovi in fase di processamento, magari bloccato per qualche problema;
- alcuni fanno anche da sostituto d’imposta, calcolando e pagando per il trader le tasse sul capital gain realizzato (redditi diversi) o sul reddito da capitale generato, oppure calcolando e conservando le minusvalenze in caso il trader non abbia realizzato profitti con il suo operato, ma perdite.
Le due grandi famiglie di Broker
I broker possono essere divisi in due grandi famiglie: broker Dealing Desk e broker No Dealing desk.
Per la verità, ormai molti broker, soprattutto i più grossi, hanno la possibilità di proporre ai loro clienti entrambe le soluzioni di gestione dell’account (dealing desk o no dealing desk), a seconda del tipo di deposito che viene effettuato o della scelta del cliente.
Di solito si assegna l’opzione dealing desk ai depositi meno consistenti e l’opzione no dealing desk ai depositi più importanti. Le soglie che definiscono quando un deposito sia più o meno consistente dipendono dal business plan del broker.
Ovviamente le differenti opzioni presentano condizioni dell’offerta differenti in termini di commissioni, spread, tempi di esecuzione degli ordini, ecc. Ma vediamo nel dettaglio le principali caratteristiche di queste due grandi famiglie.
– Broker dealing desk (market maker)
Sono solitamente gli intermediari di più piccole dimensioni, o è l’impostazione che viene attribuita a conti più piccoli nel caso in cui il broker possedesse più soluzioni.
Il broker dealing desk, oltre a svolgere il semplice compito di intermediario, e quindi di mandare gli ordini a mercato per cercare una controparte, può anche fare egli stesso direttamente da controparte (ecco la nostra lista dei migliori Market Maker broker.)
Solitamente i broker, quando ricevono gli ordini dei loro clienti, li passano direttamente al mercato attraverso specifiche entità che rappresentano il circuito Forex (vedremo più avanti), dove viene trovata una controparte, e l’ordine può venire così eseguito. Ma può succedere che, nel caso non si trovi una controparte, oppure il broker lo ritenga conveniente, quest’ultimo faccia egli stesso da controparte all’operazione del proprio cliente, senza passare dal mercato.
In questo caso, quando poi il cliente terminerà l’operazione, il broker andrà a perdere i propri soldi nel caso l’operazione del cliente fosse andata a buon fine, o incasserà direttamente nel proprio conto i soldi persi dal cliente in caso contrario. Infatti, questa tipologia di broker guadagna in due modi:
- con gli spread (allargando come abbiamo visto lo spread tra denaro e lettera);
- facendo trading contro i propri clienti (fare da controparte per le operazioni inserite dai clienti).
Per essere chiari, non c’è nulla di illegale in questa attività (fare trading contro i clienti), a patto che non venga modificato in modo artificioso il mercato andando a camuffare le quotazioni, o con altri sotterfugi.
Dato che, statisticamente, dei clienti che decidono di fare trading sul Forex personalmente, il 95% fallisce (data la difficoltà del trading fai da te), questi broker fanno da controparte ai loro clienti, sapendo che già sul breve-medio periodo la quasi totalità di questi clienti si troverà dalla parte sbagliata del mercato e perderà soldi, che verranno invece guadagnati dal broker che gli ha fatto da controparte.
Tali brokers, detti anche ‘market makers’, creano letteralmente un mercato artificioso dei tassi di cambio Forex per i propri clienti. Dato che i ‘market makers’ controllano i prezzi della domanda e dell’offerta, ne consegue che per loro, definire degli spreads fissi è veramente poco rischioso.
Un esempio per capirci meglio. Diciamo che vuoi inserire attraverso un broker Dealing Desk un ordine di acquisto su EUR/USD (quindi compro euro e vendo dollari).
Per soddisfare la tua richiesta il broker prima di tutto cercherà fra i propri clienti un ordine di vendita che coincida con il tuo ordine di acquisto, oppure passerà l’ordine al suo fornitore di liquidità, cioè quell’entità di grosse dimensioni in grado di acquistare o vendere rapidamente delle posizioni finanziarie in blocco. Comportandosi in questo modo, minimizza il rischio, in quanto guadagna dallo spread senza doversi posizionare all’opposto della tua operazione di trading.
Nell’eventualità però che non si trovassero ordini che soddisfino dall’altra parte la tua transazione, allora il broker dovrà posizionarsi all’opposto per garantirti l’esecuzione dell’ordine. A quel punto, se guadagni tu, lui perde, viceversa, se perdi tu, lui guadagna.
– Broker No Dealing DesK
Come suggerisce il nome stesso, un broker No Dealing Desk è un broker che non passa gli ordini dei propri clienti attraverso il proprio Dealing Desk (“ufficio intermediazioni”).
Questo significa che il broker non si fa mai carico dell’operazione opposta a quella del proprio cliente, ma semplicemente collega le due controparti fra loro mandando l’ordine direttamente a mercato. Per tale attività di intermediazione, questi broker possono sia addebitare una piccolissima commissione, sia semplicemente inserire un sovrapprezzo innalzando di poco lo spread.
I No Dealing Desk Brokers possono essere sia STP che STP+ECN (ne parliamo in vari articoli: migliori ECN STP Broker e i migliori MT4 broker.)
Broker Straight-Through Processing (STP)
I Forex brokers che hanno un sistema STP, indirizzano gli ordini dei loro clienti direttamente ai propri fornitori di liquidità, che a loro volta hanno accesso al mercato interbancario.
I Brokers STP, hanno solitamente molti fornitori di liquidità, ed ogni fornitore determina i propri valori ‘ask’ e ‘bid’, che vengono comunicati al broker costantemente. Ad esempio:
Fornitore di Liquidità | Bid | Ask |
A | 1.2998 | 1.3001 |
B | 1.2999 | 1.3001 |
C | 1.3000 | 1.3002 |
Ipotizziamo che un broker STP abbia tre differenti fornitori di liquidità.
Nel suo sistema, il broker vedrà tre differenti coppie di valori ‘ask’ e ‘bid’. Il sistema ordinerà tali coppie di valori in ordine decrescente dalla migliore alla peggiore. In questo caso, il miglior valore ‘bid’ è 1,3000 (il prezzo migliore, quindi più alto per vendere) e la miglior quotazione ‘ask’ è 1,3001 (il prezzo migliore, quindi più basso per comprare). La miglior coppia bid/ask è dunque 1,3000/1,3001.
Quelle però non saranno le quotazioni che ti verranno fornite. Solitamente il broker aggiungerà un piccolo sovrapprezzo fisso, che sarà poi il suo guadagno. Se aggiungesse 1 pip la quotazione per te sarebbe 1,2999 / 1,3002. Vedresti dunque uno spread di 3 pip, ovvero una differenza tra denaro e lettera (bid e ask) che è quella su cui lucra il broker.
Lo spread in questo caso non è fisso, come poteva essere con i Dealing Desk, ma è uno spread variabile. Il broker, non creandone artificiosamente di propri, deve riportare i prezzi migliori che riceve dai propri fornitori di liquidità, e questi ultimi, per determinarli, seguono particolari formule che ne fanno variare i valori.
In particolare, quando gli scambi aumentano vertiginosamente (in termini tecnici, “aumenta la volatilità”), gli spread tendono ad allargarsi, a volte anche di molto.
Broker ECN (Electronic Communication Network)
Un autentico broker ECN permette che gli ordini dei propri clienti interagiscano con gli ordini degli altri partecipanti all’ECN (Electronic Communication Network).
I partecipanti possono essere banche, traders individuali, fondi di investimento, ed anche altri brokers. In sostanza, i partecipanti fanno trading uno contro l’altro offrendo i propri migliori prezzi denaro e lettera (bid ed ask).
L’ECN permette ai propri clienti di vedere la “Profondità del Mercato.” La “Profondità del Mercato” mostra dove (e a quali valori) si trovino gli ordini di acquisto e vendita degli altri partecipanti al mercato. Il broker ECN è infatti l’unico broker in grado di fornire un “book” del mercato, proprio perché dà direttamente accesso ad esso.
Data la natura stessa dell’ECN, è molto difficile addizionare un sovrapprezzo fisso, quindi i brokers ECN solitamente vengono compensati con una piccola commissione, trattenuta per ogni operazione, o su un volume totale di transazioni.
Brokers Pro e contro
Dealing Desk | No Dealing Desk |
Facendo il broker da controparte potrebbe essere interessato a lavorare contro il tuo interesse (solo i broker scorretti lo fanno e solitamente li riconosci perchè il grafico ha degli spike che in grafici di altri broker non sono presenti). | Ordini mandati direttamente a mercato |
Requote più facili e frequenti (il broker non può o non è disposto ad accettare la tua operazione alla quotazione richiesta e quindi ti chiede se vuoi l’esecuzione ad una quotazione differente) | Esecuzione degli ordini immediata |
Possibile esecuzione dell’ordine ad un prezzo sfavorevole per il trader | In caso di mancata liquidità (raro ma può capitare) rallentamento dell’esecuzione degli ordini |
Ritardi nell’esecuzione dell’ordine, con tempi di processamento che si allungano | Vista della profondità del mercato |
Spread alti ma nessuna commissione | Spread solitamente molto stretti, ma che si possono allargare in caso di mancanza di liquidità o esplosione di volatilità |
Possibilità di accedere al mercato anche con conti di modeste dimensioni | Pagamento di una commissione al broker |
Come funziona e quanto è pericolosa la Leva finanziaria nel Forex
Ora sappiamo come funzionano i pip, lo spread e come si può comprare o vendere con i broker. Manca da capire come funzionano le quantità nel Forex.
Per questo argomento dovremo andare a approfondire in primis il concetto di leva finanziaria forex. Alcune delle prossime domande potrebbero essere: “Con quali quantità si fa trading nel Forex?” e “Quanto varrà poi il pip in base a queste quantità?”.
Partiamo dal principio.
Forex, leva finanziaria e lotto
La quantità standard, o l’unità di misura delle quantità, con cui si fa trading nel Forex è il lotto (lot in Inglese). Quando vuoi comprare o vendere una determinata coppia, quello che farai è andare long o short di un certo numero di lotti a tua scelta su quella determinata coppia.
Ma quanto vale un lotto? Un lotto corrisponde generalmente a 100.000 unità (centomila) della valuta di base, o valuta al numeratore. Per cui considerando la valuta di base più importante, ovvero il Dollaro, un lotto avrà il valore di 100.000 dollari.
“Questo vuol dire che, per fare trading sul Forex, devo avere sul conto almeno 100.000 dollari per poter usare un lotto?!?!”
La risposta ovviamente è NO. Non ce n’è bisogno. A breve ti spiegherò il concetto di leva e di margine. Intanto, consideriamo il fatto che con l’evoluzione e l’espansione del Forex, oltre ai lotti sono comparse altre quantità minori:
- i mini lotti, corrispondenti a 10.000 unità, ovvero 1/10 di lotto
- i micro lotti, corrispondenti a 1.000 unità, ovvero 1/100 di lotto
- i nano lotti, corrispondenti a 100 unità, ovvero 1/1000 di lotto
Per cui, quanto varrà un pip quando apro un’operazione con una di queste quantità? Il calcolo veloce è molto semplice.
Se un pip corrisponde a 0,0001, basta moltiplicarlo per l’unità base, ovvero il lotto, per trovare il suo valore.
0,0001 x 100.000 usd = 10 usd
Quando apro un’operazione con un lotto, il mio pip varrà 10 usd. Con lo stesso calcolo:
- mini lotti: il pip vale 1 usd
- micro lotti: il pip vale 0,1 usd (o 10 centesimi)
- nano lotti: il pip vale 0,01 usd (o 1 centesimo)
Ovviamente, non sono obbligato ad usare un solo lotto, o un solo micro lotto per volta. Posso usare le quantità che desidero. Con 3 lotti il mio pip varrà 30 usd, con 5 mini lotti il mio pip varrà 5 usd, con 8 microlotti il mio pip varrà 0,8 usd, etc.
Variazioni in funzione della valuta
Tuttavia, se volessimo essere ancora più precisi, siccome nel Forex il valore del pip si riferisce ad un rapporto tra due valute, va da sé che, se questo rapporto cambia, anche il valore del pip cambia di conseguenza:
- supponiamo che il cambio USD/CAD sia 1,1030. La formula per il valore corretto del pip è: (0,0001 / 1,1030) x 100.000 = 9,06 usd
- supponiamo che il cambio USD/JPY sia 102,70. La formula è: (0,01 / 102,70) x 100.000 = 9,73 usd
Nel caso di valuta al numeratore non dollaro, bisognerebbe aggiungere un altro passaggio per riottenere sempre il valore in dollari.
- Prendiamo appunto EUR/USD a 1,2530. La formula è: (0,0001 / 1,2530) x 100.000 = 7,98 x 1,2530 = 9,99 usd.
Come puoi vedere, il valore del pip finisce sempre per essere all’incirca 10 usd. In ogni caso, non ti preoccupare, non dovrai mai fare tutti questi calcoli per fare trading, ci penserà sempre il tuo broker a farli e a presentarti i risultati in automatico. In più, su internet puoi trovare facilmente dei calcolatori automatici del valore dei pip.
Se però tu volessi fare pratica e conoscere da solo i valori precisi dei pips, ora che conosci i calcoli da fare, eccoti un’utile tabella dove vengono riportati il numero di unità per lotto in base alla coppia, e la posizione del pip:
CROSS VALUTARIO | VALUTA | UNITA’ | PIP |
EURUSD | EUR | 100.0000 | 0,0001 |
USDCHF | USD | 100.000 | 0,0001 |
GBPUSD | GBP | 70.000 | 0,0001 |
USDJPY | USD | 10.0000 | 0,01 |
AUDUSD | AUD | 200.000 | 0,0001 |
USDCAD | USD | 100.000 | 0,0001 |
EURCHF | EUR | 100.000 | 0,0001 |
EURJPY | EUR | 100.000 | 0,01 |
EURGBP | EUR | 100.000 | 0,0001 |
GBPJPY | GBP | 70.000 | 0,01 |
GBPCHF | GBP | 70.000 | 0,0001 |
EURCAD | EUR | 100.000 | 0,0001 |
NZDUSD | NZD | 200.000 | 0,0001 |
USDSEK | USD | 100.000 | 0,0001 |
USDDKK | USD | 100.000 | 0,0001 |
USDNOK | USD | 100.000 | 0,0001 |
USDSGD | USD | 100.000 | 0,0001 |
USDZAR | USD | 100.000 | 0,0001 |
CHFJPY | CHF | 100.000 | 0,01 |
Come funziona la leva finanziaria forex
Abbiamo visto quali sono le quantità che si utilizzano per fare trading sul Forex. La domanda a questo punto potrebbe essere:
“Se voglio utilizzare un mini lotto, devo per forza avere 10.000 usd sul conto?“.
La risposta ancora una volta è NO. Ora possiamo parlare del concetto di leva.
Il buon Archimede diceva:
“Datemi una leva e vi solleverò il mondo”.
Il motivo che sta alla base di questa sua dichiarazione è molto semplice. La leva è uno strumento che ti consente, sfruttando una serie di principi di base della fisica, di ottenere grandi risultati facendo un piccolo sforzo. Diciamo che ci consente di spostare grandi pesi usando una tecnica precisa con poca forza.
Il forex è uno dei tanti mercati dove è possibile usare la leva finanziaria. Riferendoci al mondo del trading e dei mercati, molto semplicemente, la leva finanziaria è la possibilità di operare sui mercati e di muovere grandi capitali pur possedendo capitali molto meno consistenti.
Detto in altri termini, il broker fa da garante nei confronti del mercato per la tua operazione. Per cui, anche se tu non hai le quantità necessarie sul tuo conto per aprire una determinata operazione, il broker te la farà aprire lo stesso, perché la andrà a coprire lui con il capitale necessario.
Vedremo a breve quali sono i calcoli, ma soprattutto quali sono le garanzie che il broker ti chiederà per consentirti di operare a leva.
Prendiamo come esempio quello che fanno i trader professionisti e i gestori di fondi. Loro solitamente fanno trading con 1 lotto standard ogni 50.000$ sul loro conto. Quindi, per ragionare in termini di leve, la proporzione da fare è:
100.000$ di controvalore a mercato e 50.000$ di capitale effettivo sul conto;
100.000$ : 50.000$;
quindi 2:1
Secondo questo esempio la leva con cui i trader professionali e i gestori operano solitamente è di 2 a 1. Sarebbe come dire che quando fanno un’operazione a mercato, la fanno con il doppio dei soldi che possiedono. Questo in termini pratici significa che possono realizzare per ogni singola operazione un profitto o una perdita pari al doppio di quanto avrebbero potuto realizzare se avessero avuto a disposizione il solo capitale presente sul conto.
Ovviamente per chi sa fare bene il proprio mestiere la leva è uno strumento efficacissimo e molto potente. Occorre però fare subito una precisazione, usando sempre l’ultimo esempio.
Supponiamo che il nostro trader o gestore apra una operazione con un lotto, e che questa operazione cominci a perdere. Il fatto che il broker abbia garantito il mercato per 100.000 usd non significa che manterrà aperta l’operazione del suo cliente fino a che questa perderà 100.000 usd. Assolutamente no.
Il broker garantirà la copertura finché ci saranno fondi sul conto del suo cliente, in questo caso fino a 50.000 usd di perdita. Questo è importante da capire, perché la leva può essere un ottimo alleato, ma anche un potenziale nemico. L’importante è conoscerla e sapere come usarla.
I broker e la leva finanziaria oggi
La maggior parte dei broker per Forex oggi offrono leve fino a 100:1, alcuni anche molto di più, anche 400:1 o 1000:1. Vediamo qualche calcolo con una leva 100:1.
100:1 significa che posso spostare cento volte di più di quello che effettivamente ho sul conto. Per cui, con soli 1.000 usd sul conto posso arrivare a utilizzare un intero lotto (1.000 usd x 100 = 100.000 usd = 1 lotto ).
Per vederla da un’altra prospettiva, sempre con una leva 100:1 :
- per usare un lotto sono necessari 1.000 usd
- per usare un mini lotto sono necessari 100 usd
- per usare un micro lotto sono necessari 10 usd
- per usare un nano lotto è necessario 1 usd
Ti faccio un esempio estremo per farti comprendere i rischi dell’esagerare con l’utilizzo della leva.
Alcuni broker offrono fino a leva 1000:1 (mille a uno). Con questa leva potresti usare un lotto avendo sul conto solo 100 usd. Ma ti ricordi che il pip, con un lotto, vale 10 usd.
Se dovessi aprire una posizione da un lotto con soli 100 usd sul conto (e potresti, perché la leva te lo consente), se il prezzo andasse contro la tua operazione per soli 10 pips (considera che i mercati valutari in pochi minuti possono avere oscillazioni di centinaia di pips), avresti completamente bruciato il tuo conto.
Perciò, attenzione alla leva. Trattala come una alleata, ma non sfruttarla troppo e non esagerare, altrimenti si trasformerà nel tuo peggior nemico.
Ma non è finita qui. Infatti il broker, per consentirti di operare in leva, ti chiede ovviamente delle garanzie. Nella prossima lezione ti mostrerò come funzionano queste garanzie in un mercato come il Forex.
Cos’è il margine nel Forex e come funziona
Il Forex è un mercato in cui non avviene la consegna vera e propria del bene acquistato, o per dirla in termini tecnici del sottostante. Nel Forex si opera a margine.
Margine o consegna del sottostante?
Per intenderci, in una normale compravendita dove vi è la consegna del sottostante, ad esempio nel mercato azionario, quando tu acquisti delle azioni avviene questo.
Ipotizziamo che tu abbia 10.000 € sul conto e che acquisti sul mercato italiano 1.000 azioni Fiat a 5€, per un controvalore totale di 5.000€ (1.000 azioni x 5 Euro)
Cosa accade a livello pratico?
A livello pratico succede che dei 10.000 € presenti sul tuo conto, 5.000 € finiscono al mercato per l’acquisto delle Fiat e 5.000 € rimangono sul conto. Le 1.000 Fiat vengono caricate su un tuo deposito amministrato (DA o portafoglio titoli), collegato al conto con cui stai operando in titoli (consegna del sottostante). Quindi, subito dopo l’acquisto, tu rimani con 5.000 € sul conto e 1.000 azioni fiat nel DA, per un controvalore, al prezzo d’acquisto e di mercato di quel momento, di 5.000€.
A questo punto, il controvalore del tuo investimento, che ti è stato consegnato (consegna del sottostante) all’interno del DA, oscillerà in funzione dell’aumentare o diminuire del valore di mercato delle azioni Fiat.
Se il valore di mercato delle azioni Fiat dovesse aumentare, aumenterebbe il controvalore del deposito, e, una volta rivendute le azioni al mercato, ti ritroveresti nuovamente con il deposito vuoto, come prima dell’acquisto, ed il tuo conto verrebbe incrementato del differenziale tra prezzo di vendita e prezzo di acquisto iniziale.
Questo è quello che accade quando si opera in un mercato che prevede la consegna del sottostante. In un mercato in cui questa consegna non è prevista, come appunto nel Forex, si opera a margine.
Ma che cos’è il margine?
Il Margine è quella quantità di denaro necessaria quale “deposito in buona fede” che ti viene chiesta dal broker per farti aprire un’operazione.
L’obiettivo del broker è di prendere il tuo deposito a margine e metterlo insieme a tutti gli altri depositi a margine (quelli degli altri suoi clienti che nel frattempo stanno operando), creando così un “super deposito a margine”, con il quale è in grado di piazzare grossi ordini sulla rete interbancaria.
La quantità di margine richiesto per ogni singola operazione è inversamente correlata rispetto alla leva concessa dal broker. Maggiore sarà la leva e minore sarà il margine richiesto (ovvero il capitale bloccato sul conto a garanzia).
Avendo una leva di 100:1 il margine richiesto dal broker non sarà altro che la centesima parte dell’investimento che stai facendo.
Perciò, se hai un conto di 1.000$ potrai aprire massimo una posizione da 1 lotto. Il controvalore a mercato di 1 lotto è di 100.000$ e 1.000$ ne sono la centesima parte, che quindi, si dice, verranno bloccati a margine.
Seguendo queste logiche nello stesso esempio, potremmo anche dire che puoi aprire contemporaneamente un massimo di 10 posizioni da un minilotto (0,1). Un minilotto corrisponde ad un controvalore a mercato di 10.000$. Se per ogni posizione viene bloccata sul conto la centesima parte, verranno bloccati a margine 100$ per posizione che per 10 posizioni fa sempre il nostro massimo di 1.000 $.
Seguendo questo ragionamento va da se che potrai aprire contemporaneamente fino 100 posizioni da un microlotto (0,01).
La marginatura viene spesso espressa con un valore percentuale relativo all’intero importo della posizione.
Per esempio, la maggior parte dei broker sul mercato Forex ti diranno che richiedono un margine del 2%, dell’1%, dello 0,5% o dello 0,25%.
Basandoti sul margine in percentuale richiesto dal tuo broker, puoi calcolare il valore di leva massimo che puoi gestire con il tuo conto di trading.
MARGIN CALL
Se ne sente spesso parlare, ma per essere precisi, dobbiamo dire che nel Forex non esiste la Margin Call. Negli altri mercato la Margin Call è la richiesta al cliente da parte del Broker di un versamento di fondi aggiuntivi per andare a coprire il margine minimo richiesto per il mantenimento di posizioni in perdita.
Nel Forex i broker calcolano in ogni momento quali sono i tuoi requisiti di margine, e se per caso anche per pochi secondi le tue operazioni in perdita dovessero oltrepassare quel livello, il broker le chiuderebbe in automatico. Nel Forex i Broker non ti chiamano per avvisarti (dall’inglese “to call”), nel Forex i Broker chiudono direttamente.
Conoscere leva e margine ti è utile per capire il corretto lot size che le posizioni aperte dovrebbero avere. Per questo motivo ci sono una serie di ragionamenti logico-matematici, che ti consiglio di fare assieme a me ora, che ti aiuteranno a prendere confidenza con i pesi da dare alle tue posizioni.
Il margine in pratica – Esempio 1
Se tu conosci:
- Il saldo del conto: 3.000,00$
- La leva massima che ti concede il broker: 400:1
Puoi calcolare:
– Il lot size massimo che puoi utilizzare:
3.000,00 $ di capitale presente sul conto x 400 di leva massima concessa dal broker
3.000 x 400 = 1.200.000 $
1.200.000 $ di capitale / 100.000 $ capitale che corrisponde ad 1 lotto = 12 lotti
Quindi, a queste condizioni, con un conto da 3.000$, puoi aprire operazioni per un lot size massimo totale pari a 12 lotti.
– La percentuale di margine che viene richiesta dal broker per ogni operazione:
3.000,00 $ di capitale presente sul conto / 1.200.000$ controvalore massimo a mercato
(3.000 / 1.200.000) x 100 = 0,25%
Il margine in pratica – Esempio 2
Altro esempio di calcolo.
Se tu conosci:
- Il saldo del conto: 3.000,00$
- La percentuale di margine richiesto dal broker per ogni operazione: 0,25%
Puoi calcolare:
– Il margine di capitale che il broker ti immobilizzerà per ogni operazione:
ad esempio, per un operazione da un minilotto, cioè
10.000,00 $ di controvalore a mercato x 0,25% percentuale di margine richiesto dal broker
10.000 * 0,25% = 25 $
25 $ è l’ammontare di capitale che il broker bloccherebbe sul conto in caso di inserimento di un ordine da 0,1 (10.000 $ di controvalore) a mercato.
– Usando i dati d’esempio del precedente calcolo, puoi calcolare la leva massima concessa dal broker per il conto:
10.000,00$ di controvalore a mercato per una posizione da un minilotto (0,1 lotti) / 25$ di margine richiesto dal broker sotto forma di capitale
10.000 / 25 = 400
Ovvero una leva pari a 400:1
Un effetto leva pari a 400 volte il capitale trattenuto sul conto per la singola operazione. Quindi per ipotesi avendo 500 dollari sul conto hai possibilità di operare fino ad un massimo di 200.000 dollari, ovvero 2 lotti.
– Il lot size massimo concesso dal broker per il capitale presente sul conto
3.000,00$ di capitale presente sul conto x 400 ovvero la quantità massima di leva concessa dal broker
3.000 * 400 = 1.200.000
Ovvero 12 LOTTI
Se il tuo broker ti richiede un margine del 2%, avrai una leva 50:1.
Ed ecco gli altri tipi più popolari di leve, offerti dalla maggior parte dei brokers :
Margine Richiesto | Massima Leva |
5.00% | 20:1 |
3.00% | 33:1 |
2.00% | 50:1 |
1.00% | 100:1 |
0.50% | 200:1 |
0.25% | 400:1 |
Tutti i modi in cui puoi fare trading sul Forex
Come già detto nelle lezioni precedenti, il Forex è il mercato in cui si fa trading con le valute. Nel forex gli strumenti finanziari utilizzabili per investire oggi sono:
- Lo spot;
- Il future;
- Le Opzioni;
- Gli ETF (Exchange-trade Funds).
Trading nel mercato SPOT
Il mercato SPOT del Forex è il settore dove operano i trader che fanno anche da Signal Provider nel Social Trading.
È quindi il mercato che, dal punto di vista operativo e funzionale, ti interessa di più nell’ottica di diventare poi un investitore più consapevole.
Le caratteristiche del mercato Spot
Il mercato Forex Spot è OTC (Over the Counter). Come abbiamo già visto, OTC indica che non ha una specifica sede di negoziazione. La liquidità, la correttezza e la sicurezza delle transazioni è garantita dalle singole parti che partecipano agli scambi, tra i quali troviamo tutti i maggiori Gruppi Bancari internazionali.
Non essendoci una sede centrale, non esistono neanche prezzi ufficiali del mercato, ma gli scambi di trading vengono comunicati da tutti i principali operatori a circuiti telematici internazionali (Reuters, Bloomberg) che li diffondono in modo istantaneo e a livello globale.
È un mercato, si dice, “a pronti”, ovvero un mercato in cui il prezzo di negoziazione viene fissato all’istante dalle due controparti, e lo scambio dei prodotti trattati avviene con liquidazione (consegna dei titoli e pagamento del controvalore) immediata, con regolamento al termine della giornata di esecuzione dell’operazione e liquidazione al secondo giorno lavorativo successivo (non ti preoccupare, non ti accorgerai neanche di questi passaggi, penserà a tutto il broker).
Tuttavia, con il meccanismo del rollover si può far slittare in maniera indefinita la data di chiusura dell’operazione, a fronte di un pagamento di un piccolo interesse chiamato swap, che può essere pagato o incassato (se il tasso di interesse della valuta che compri è maggiore del tasso di interesse della valuta che vendi, allora avrai un incasso di swap, o viceversa un esborso).
Il mercato Spot è in assoluto il più liquido, flessibile e accessibile tra i mercati che andremo ad analizzare, dove i broker mettono gratuitamente a disposizione degli utenti la maggior parte dei servizi .
Forex spot: il mercato valute più diffuso al mondo, perché?
Vediamo in breve alcuni dei motivi che hanno portato questo mercato ad essere il più liquido al mondo, nonché il più utilizzato da banche, grossi fondi di investimento, piccoli trader, oltre ad essere il mercato sul quale si sviluppa il Social Trading. È un mercato aperto 24 ore su 24, e questo rende i grafici molto fluidi e lineari, data l’assenza di gap (nei mercati che chiudono il pomeriggio e riaprono la mattina spesso troviamo dei buchi di quotazioni tra prezzo di chiusura e prezzo di riapertura), cosa molto positiva per chi opera basandosi sull’analisi tecnica. Per cui le analisi sono molto più facili e proficue. Dei piccoli gap potrebbero tuttavia crearsi durante il week end, ovvero nell’unico momento in cui il Forex è chiuso.
Essere il mercato più liquido al mondo, inoltre, significa non avere mai problemi ad eseguire un determinato ordine. In altre parole, se vogliamo comprare ci sarà sempre qualcuno disposto a vendere e viceversa. Non ci troveremo mai nella condizione di non poter chiudere un’operazione per assenza di controparte. Già solo queste due caratteristiche, l’apertura 24 ore su 24 e l’immensa liquidità, danno la possibilità ai programmatori di progettare sistemi automatici di trading, più o meno professionali, che possono operare in automatico, 24 ore su 24, forti del fatto che il mercato abbia sempre un prezzo per chi vuole comprare e uno per chi vuole vendere.
Come abbiamo visto nelle lezioni precedenti, l’utente ha la possibilità di operare a margine, potendo sfruttare margini anche molto ampi, insieme alla libertà di operare in leva, potendo spaziare dai nanolotti (di recente invenzione, per le tasche meno capienti) ai microlotti e minilotti, per arrivare ai più professionali lotti standard.
In questo mercato solitamente gli intermediari non prendono un commissione, ma basano i loro guadagni principalmente sul pagamento dello spread da parte dell’utente per ogni singola operazione aperta.
L’operatività può essere gestita con una piattaforma di trading MT4 (la più diffusa per il trading sul forex spot e che ha consentito l’ascesa ed evoluzione del forex autotrading), molto stabile e leggera e che, senza nessun costo, dà la possibilità di operare sul mercato con denaro reale o in demo. Tutte queste caratteristiche di accessibilità hanno reso questo mercato uno dei mercati preferiti tra gli investitori privati.
Trading sul mercato dei FUTURE
Il mercato dei Future, al contrario dello spot, è un mercato regolamentato.Il future è uno strumento di trading a termine e derivato (il suo prezzo si basa su quello di un sottostante). È un contratto con cui un soggetto si impegna a comprare o vendere, ad una specifica data futura, un determinato sottostante ad un determinato prezzo.
Nel caso del Forex parliamo di financial future, che come sottostane hanno appunto le valute stesse.
Questi contratti hanno scadenze trimestrali (Marzo, Giugno, Settembre, Dicembre). Il valore di un contratto future è 125.000,00 Euro e la variazione minima è 0,0001 tick, quindi 12,50 euro per tick.
Trading con le OPZIONI
Le opzioni sono strumenti di trading che nel Forex sono abbastanza recenti. Sono quotate in mercati regolamentati (CME), dove le opzioni vengono dette listate, perché le caratteristiche del contratto sono standardizzate.
Danno all’acquirente, dietro il pagamento di un premio, il diritto, ma non l’obbligo, di comprare (call) o vendere (put) una determinata quantità di sottostante ad un determinato prezzo entro una determinata data futura. Il venditore di un’opzione invece cede il diritto descritto qui sopra.
Gli svantaggi di questo strumento rispetto alla canonica operatività spot sono determinati dagli orari di negoziazione molto più limitati e dalla scarsa di liquidità.
C’è però un vantaggio che compensa i precedenti svantaggi, ovvero la flessibilità data dalla possibilità di costruire strategie, anche molto complesse, che danno modo di guadagnare anche in mercati laterali che mantengono determinati range di prezzo. Le opzioni sono sicuramente i più recenti strumenti che vengono utilizzati per l’operatività sulle valute.
Trading con gli ETF
ETF è l’acronimo di Exchanged Traded Fund. Sono, per la maggior parte, fondi a gestione passiva, ovvero fondi che replicano l’andamento di un sottostante.
Questi strumenti vengono utilizzati principalmente per consentire una rapida diversificazione del portafoglio, essendo costruiti anche su diversi sottostanti riuniti in unico fondo, oppure, come nel caso del Forex, per consentire agli investitori di coprire e diminuire il rischio delle loro operazioni su altri mercati investendo facilmente anche sul mercato Forex.
Tipi di ordini nel Forex che puoi usare quando tradi
Gli ordini di trading nel Forex sono quei comandi che vengono impartiti al broker tramite un telefono o, come si fa principalmente oggi, via internet tramite un computer. La famiglia degli ordini si divide in due grandi gruppi: gli ordini a mercato e gli ordini pendenti.
Ordini “a mercato”
È il tipo di ordine più comune. Viene anche chiamato “al meglio”, o “Market Order” o “At the market”.
La caratteristica di quest’ordine è di essere incondizionato, ovvero, quando inserisci questo tipo di comando, confermi che accetti, senza condizioni, di entrare o uscire dal mercato al prezzo che in quel momento ti viene fornito dal Broker.
Solitamente questo tipo di ordini vengono utilizzati per una operatività a vista, ovvero quando, stando davanti al monitor, vengono riconosciute in quel momento le condizioni ideali per l’ingresso a mercato. Un ordine a mercato, viene infatti usato quando vuoi eseguire immediatamente un’operazione di compravendita, al prezzo attuale di mercato.
Quest’ordine viene comunicato direttamente al broker che, senza esitazioni, si adopera per restituirti un eseguito. Nel caso del Forex, tale prezzo è quello che viene espresso come bid o come ask sulla piattaforma trading, o comunicato a voce via telefono.Questo ordine viene quindi utilizzato per aprire subito una nuova posizione di acquisto o di vendita, oppure per chiudere ed uscire da una posizione precedentemente aperta.
In caso di mercato veloce (si dice anche ad alta volatilità) e a seconda delle caratteristiche del broker, potrebbe essere opportuno abilitare la deviazione massima del prezzo quotato, molto utile nelle fasi di processamento dell’ordine troppo lunghe, o durante estenuanti requote. Questa funzione ti consente di impostare una deviazione massima in pips dal prezzo iniziale battuto nel momento in cui hai impartito l’ordine, alla quale sei comunque disposto ad accettare che l’ordine buy o sell venga eseguito.
Ordini “pendenti”
Gli ordini pendenti sono anche detti ordini condizionati, perché vengono eseguiti dal broker a patto che si verifichino determinate condizioni nel mercato. Ovviamente le condizioni che si devono verificare sono quelle impostate dal trader.
Tra gli ordini condizionati troviamo:
- Stop Loss;
- Take Profit;
- Sell e Buy Limit;
- Sell e Buy Stop.
Sono vari ordini, di acquisto o di vendita, impostati dal trader e presi in consegna dal broker, che li inoltra a mercato in modo automatico al verificarsi di una determinata condizione. Finché non si verifica tale condizione, l’ordine rimane residente sui server del broker.
La modalità d’uso più diffusa degli ordini condizionati è l’impostazione di uno o più livelli di prezzo a protezione dell’operazione (stop loss), o per presa di profitto della stessa (take profit), oppure di ingresso a mercato al raggiungimento di determinati livelli di prezzo.
Le due categorie di ordini pendenti
Gli ordini pendenti di ingresso a mercato si dividono in due grosse categorie: limit (LMT) e stop (STP)
– Gli Ordini Pendenti LIMIT (LMT)
L’ordine limit indica che il trader ha la volontà di comprare o vendere ad un prezzo migliore rispetto a quello che il mercato sta “battendo” in quel momento.
Viene anche molto utilizzato per l’uscita automatica da una posizione in profitto, ed in quel caso prende il nome di Take profit (TP)
Esempio:
Quotazione attuale del prezzo 1,2500
– sell limit 1,2550 (condizione di vendita ad un prezzo più alto rispetto a quello che batte in questo momento il mercato, quindi migliore per un venditore)
– buy limit 1,2450 (condizione di acquisto ad un prezzo più basso rispetto a quello che batte in questo momento il mercato, quindi migliore per un compratore)
Quando imposti un ordine limit, immagini che il prezzo, prima di compiere un movimento in una determinata direzione, torni indietro di un certo livello in modo da farti acquistare ad un miglior prezzo, oppure esegua un movimento secondario di inversione rispetto alla direzione principale del trend in atto, per poi riprendere il movimento a favore del trend principale.
– Gli Ordini Pendenti STOP (STP)
L’ordine Stop indica che il trader ha la volontà di comprare o vendere ad un prezzo peggiore rispetto a quello che il mercato sta “battendo” in quel momento.
Quando inserisci un ordine Stop, ti immagini di entrare o uscire a mercato alla rottura di determinati livelli di prezzo (break out). Viene molto utilizzato per l’uscita dalla posizione quando questa ti viene contro, nel tentativo di limitare le perdite, in questo caso prende il nome di Stop Loss (SL).
Esempio:
Prezzo attuale del mercato 1,2500
– Buy stop 1,2550 (condizione di acquisto ad un prezzo più alto rispetto a quello che batte in questo momento il mercato, quindi peggiore per un compratore)
– Sell stop 1,2450 (condizione di vendita ad un prezzo più basso rispetto a quello che batte in questo momento il mercato, quindi peggiore per un venditore)
Quando inserisci un ordine Stop, ti immagini che il prezzo, raggiunti e rotti certi livelli, acceleri proseguendo per la direzione intrapresa.
Le tipologie di Forex Trader
Nel Social Trading una delle figure principali è il trader, chiamato anche Signal Provider, ovvero quel soggetto che fornisce i segnali di trading che vengono copiati dagli investitori che lo seguono, detti appunto follower.
Il Signal Provider, alla fine, non è nient’altro che un trader che, in proprio o attraverso sistemi di trading automatico chiamati expert advisor (EA), opera sui mercati.
Cos’è un trader?
Un trader è qualsiasi persona che opera sui mercati, per lavoro, per passione o per vivere.
Possiamo distinguere i trader in molti modi. Molte delle distinzioni che vedremo sono determinate dal carattere del trader, oltre che dal percorso di studi e di interessi che hanno portato la persona a diventarlo.
– Quantità di sottostanti su cui operano
Ci sono trader che operano su molti mercati, trattando moltissimi sottostanti. Solitamente questi trader per poterli seguire tutti lavorano su ottiche temporali di lungo periodo, dove i movimenti giornalieri del singolo sottostante non vanno ad incidere particolarmente sulle singole operazioni.
È un trading sicuramente molto rilassato, il trader ha tempo di spaziare tra i vari mercati e sottostanti, e decidere con calma quando sovrappesare i suoi investimenti e quando sottopesarli. Solitamente questa tipologia di trader assume quasi la connotazione di investitore.
Altri trader invece preferiscono un’operatività più esclusiva, prediligendo pochi mercati, molte volte uno solo e con pochi sottostanti, spesso uno soltanto. Questo li rende maggiormente assimilabili a degli speculatori che investono e guadagnano su ogni minimo scostamento di prezzo di quel singolo sottostante.
– Orizzonte temporale
Le categorie in questo caso sono tre.
Trend Follower: hanno orizzonti temporali molto lunghi, entrano a mercato cercando di intuire movimenti molto importanti del sottostante (non le singole oscillazioni giornaliere), che ovviamente non si verificano tutti i giorni. Per questo motivo spaziano tra molti mercati e molti sottostanti, in modo da aumentare il numero di occasioni di investimento. La durata media di una loro operazione va da dalle settimane, ai mesi, in alcuni casi anche anni.
Swing Trader: per swing trading si intende quel tipo di trading che mira a guadagnare da quei movimenti decisi ed improvvisi del mercato che possono durare uno o più giorni, e che vengono chiamati appunto swing. Solitamente le operazioni durano più di un giorno ma meno di una settimana, ma ci possono ovviamente essere delle eccezioni.
Day trader: Sono trader che cercano di guadagnare dalle variazioni giornaliere di prezzo dei sottostanti che seguono. Le loro operazioni vengono quasi sempre chiuse entro la fine della giornata, raramente il giorno successivo. Visto l’orizzonte temporale delle loro operazioni prediligono più sottostanti rimanendo solitamente confinati all’interno di un singolo mercato generale, per non disperdere le loro energie.
Una sotto categoria del day trader è lo scalper. È sicuramente la figura più speculativa e frenetica del mercato. Sono trader che operano con leve molto consistenti e su orizzonti temporali molto brevi, dell’ordine di minuti o secondi per singola operazione. Il loro obiettivo e chiudere in profitto molte operazioni con piccolissimi profitti nel corso della giornata.
– Tipo di analisi
Un’altra cosa che distingue i trader è il tipo di studio che viene fatto prima di decidere se aprire una posizione a mercato.
Le due grosse categorie in questo caso sono:
– I trader che si affidano all’analisi fondamentale. Sono solitamente gli investitori più di lungo periodo che si dedicano allo studio delle informazioni di natura fondamentale, teorica e globale.
A seconda del sottostante le informazioni rilevanti possono essere diverse: si va dalle singole notizie sulla società, alle previsioni sulle commodity, alle condizioni economiche del singolo paese, all’analisi macro economica e alla sua situazione politica e monetaria, piuttosto che all’analisi di un segmento di mercato e dei competitor di un’azienda, e per quanto riguarda le valute in particolare alle decisioni della banche centrali.
– I trader che affidano le loro decisioni operative all’analisi tecnica. Sono solitamente gli Swing e Day Trader che utilizzano un approccio al mercato di questo tipo (ma anche sul lungo periodo viene molto usata).
Questi trader sostengono che qualsiasi notizia, avvenimento, situazione geopolitica (e chi più ne ha più ne metta) sia già scontata, ovvero rappresentata, nel prezzo. Quindi che il prezzo comprenda e mostri già tutto quanto. Secondo queste teorie, non rimane da fare altro che leggere il prezzo, analizzarne il comportamento recente e passato e le configurazioni con strumenti tecnici, e operare di conseguenza.
Il punto in comune tra tutti i trader
In qualsiasi caso, distinzioni a parte, il minimo comune denominatore, tra praticamente tutti i trader dei nostri tempi, è che sono persone che compiono i loro studi e le loro analisi davanti ad uno o più monitor di un pc, dedicandovi più o meno interamente la loro giornata lavorativa.
Con l’evoluzione informatica alcuni di questi sono riusciti a riportare i loro schemi decisionali all’interno di un sistema complesso di regole informatiche, creando dei sistemi automatici di trading o Expert Advisor, che, grazie ad una minima o del tutto assente supervisione, operano sul mercato per conto del trader.
Come funzionano le Operazioni Buy Long – Sell Short
Per fare trading, un forex trader comprerà o venderà i cambi, o, per dirla in gergo, andrà long o short in un determinato sottostante, che nel mercato dei cambi sarà appunto una coppia di valute.
Con questa lezione ci focalizzeremo su entrambi le operazioni.
Operazione di acquisto nel Forex – Andare Long
L’acquisto di un sottostante è una operazione molto facile ed intuitiva.
Comprare EUR/USD o entrare buy o long su EUR/USD, vuol dire acquistare quel cambio valutario.
In realtà nel mercato delle valute comprare EUR/USD significa nello specifico comprare Euro e vendere Dollari, quindi come si dice in gergo essere lungo sull’Euro e corto sul Dollaro.
In definitiva con una operazione se ne fanno due. In pratica però il ragionamento che sta dietro al meccanismo è più facile se figuri l’operazione di acquisto del cross EUR/USD come l’acquisto di un qualsiasi sottostante. Una volta acquistato il sottostante, per poterci guadagnare devi solo sperare che la quotazione, ovvero il prezzo di mercato salga, in modo da poter rivenderlo ad un prezzo superiore rispetto a quello a cui l’hai comprato.
Quindi, se tu comprassi EUR/USD al prezzo di 1.3350 e il prezzo salisse a 1.3400 tu avresti guadagnato la bellezza di 50 pips rivendendolo. Sappiamo poi che il valore dei pips varia in funzione del Lot Size utilizzato per la compravendita.
Se al contrario, a seguito dell’acquisto di EUR/USD al prezzo di 1.3350, il prezzo fosse sceso a 1.3300, in caso lo avessi rivenduto sul mercato avresti perso i 50 pips.
Ti faccio un esempio molto pratico, che per l’acquisto non è molto utile perché penso tu l’abbia già facilmente compreso, ma che ti tornerà utile a breve nel paragone sulla vendita.
Diciamo che tu sei un commerciante di elettrodomestici, il tuo obiettivo sarà quello di acquistare la merce ad un prezzo inferiore rispetto a quello a cui la venderai.
Hai comprato una lavatrice per 300 euro, sapendo che puoi rivenderla a 550 euro, lucrando sulla differenza. Se tutto va liscio e non ci sono imprevisti, riuscirai a rivenderla a quel prezzo e avrai realizzato il tuo profitto, con la semplice logica che sta dietro alle operazioni di acquisto. Compra basso, vendi più alto.
Se per caso, qualche settima dopo rispetto al tuo acquisto, quella stessa marca di lavatrici o la concorrenza, facessero uscire un modello nettamente superiore, tanto da rendere la tua obsoleta, magari ti troveresti a dover vendere la tua lavatrice sotto costo, esempio 200 euro (incassando una perdita di 100) per poter riuscire a trovare degli acquirenti sul mercato.
Si dice infatti che chi compra abbia un ottica rialzista, ovvero crede e spera che il prezzo sul mercato di ciò che ha acquistato salirà.
Operazione di vendita nel Forex – Andare Short
Vediamo l’operazione opposta a quella dell’acquisto sul mercato: la vendita.
La vendita è l’altra operazione base per fare trading sul mercato forex. La vendita di un sottostante è facile e intuitiva se si possiede già il sottostante. Infatti, se tu possiedi il cross EUR/USD (perché in precedenza hai fatto una operazione di acquisto), o la lavatrice della lezione precedente, ad un certo punto deciderai di chiudere la posizione vendendo. Se incassi di più di quanto hai pagato allora avrai un guadagno, diversamente una perdita.
Questa però è una vendita classica, non è la vendita allo scoperto che si fa nel Forex, che è l’oggetto di questa lezione.
La vendita allo scoperto di un sottostante è un’operazione meno intuitiva, ma non per questo difficile. Vendere allo scoperto EUR/USD o entrare sell o short su EUR/USD, che poi è la stessa cosa, vuol dire vendere quel cross valutario.
La prima domanda che ti starai facendo è: “Come posso vendere qualcosa che non ho?”
Il ragionamento che sta dietro a questa vendita allo scoperto è semplice. Tu vendi ora a qualcuno il cross EUR/USD al prezzo di 1.3350, nella speranza che il prezzo possa scendere a 1.3300, per poterlo poi comprare e consegnare a colui il quale lo hai venduto al momento della chiusura dell’operazione, con il guadagno netto di 50 pips.
Se una volta venduto il cross EUR/USD al prezzo di 1.3350 il prezzo di mercato salisse a 1.3400, per chiudere la transazione tu dovresti comprare sul mercato ad un prezzo più alto rispetto a quanto hai venduto, incassando una perdita di 50 pips.
Per chiarirti le idee, torno a farti un esempio più domestico, paragonandoti nuovamente ad un commerciante di elettrodomestici.
Diciamo che in questo caso tu la lavatrice ancora non ce l’hai in negozio e una casalinga viene per comprarla. Tu le fai vedere il catalogo e lei si convince su marca e modello. A quel punto tu effettui comunque la vendita, una vendita appunto allo scoperto, perché tu non hai ancora la lavatrice. La signora paga il conto, ipotizziamo quindi tu abbia venduto la lavatrice al prezzo di 550 Euro.
Ora non dovrai far altro che andare dai tuoi fornitori e cercare la lavatrice ad un prezzo inferiore rispetto a quanto l’hai venduta. Se per ipotesi la trovassi a 300 euro la compreresti per consegnarla alla signora e lucrare dalla differenza.
Nel caso in cui, dopo aver venduto la lavatrice alla signora a 550 euro, ci fosse un repentino aumento del valore della stessa, a causa magari di una particolare notizia che ha spinto tutte le casalinghe a volere quel modello, anche il prezzo all’ingrosso probabilmente salirebbe e tu non riusciresti a trovare la lavatrice dai tuoi fornitori per meno di 600 euro. In questo caso, per far fede al tuo contratto, dovresti comunque comprarla per consegnarla alla signora, ma in questo caso perdendoci qualcosa.
Si dice infatti che chi vende allo scoperto ha un ottica ribassista, ovvero crede e spera che il prezzo scenderà.
Abbiamo voluto spiegarti cosa significa “Vendita allo scoperto” perché sono concetti che vengono spesso usati nel mondo della finanza e del trading, ma ricorda sempre che nel Forex, quando entri Short su un cambio, tu non stai vendendo allo scoperto.
Nel Forex quando sei Short su un cambio significa che hai comprato la valuta al denominatore e hai venduta quella al numeratore, quindi ci troviamo sempre nel caso di una compravendita normale in cui tu prima acquisti e poi vendi.
Conclusioni e ricapitolo Guida Mercato Forex
Ora che hai appreso tutte le caratteristiche tecniche del grande mercato del Forex, che conosci i suoi partecipanti e cosa si può fare all’interno di esso, direi che possiamo concludere questo corso.
Come hai avuto modo di scoprire, le caratteristiche del mercato dei cambi Forex sono davvero uniche, ed è per questo che è uno dei mercati che più sta crescendo e che dà il maggior numero di opportunità a chiunque si volesse cimentare seriamente con la pratica dell’investimento.
Mercato Forex: facciamo un riassunto
Ricapitoliamole qui:
- ACCESSIBILITÀ: il mercato Forex è di sicuro il più accessibile di tutti. I soldi necessari per potersi aprire un conto sono ormai pochissimi, e gli strumenti per poter gestire il proprio conto sono gratuiti e di facile utilizzo, oltre al fatto che internet è pieno di risorse per imparare.
- FLUIDITÀ: il Forex è aperto 24 ore su 24, 5 giorni su 7. Questo vuol dire che i movimenti dei prezzi durante la settimana sono fluidi, senza interruzioni. I trader che sfruttano l’analisi tecnica apprezzano questa caratteristica perché consente un’analisi precisa e ordinata.
- VELOCITÀ: aprire un conto è davvero veloce. Per un conto demo sono sufficienti una mail, e si impiega 1 minuto per averlo. Per un conto Live invece, basta compilare i moduli via internet (1 minuto) e inviare le fotocopie dei documenti richiesti, o per posta ma anche molto più semplicemente usando uno scanner (5 minuti in questo caso). Bisogna poi ovviamente eseguire un versamento di fondi, e i modi sono per farlo sono molti, dal classico bonifico, alla carta di credito, a paypal, etc. I tempi possono variare, ma con quelli più veloci ci vogliono solamente dall’uno ai due giorni. Risultato: in 2 giorni si può essere pronti per partire e utilizzare il proprio conto per investire sul mercato Forex.
- LIQUIDITÀ: data la partecipazione di praticamente qualsiasi istituto finanziario, in primis le banche centrali, la liquidità del mercato Forex non ha eguali. È di gran lunga il più liquido al mondo, il che significa che venditori e compratori troveranno sempre una controparte per eseguire le operazioni che desiderano. Mercati poco liquidi invece possono metterti nella scomoda posizione di voler comprare e non trovare nessuno disposto a vendere, o peggio ancora di volere vendere (magari per fermare le perdite di un’operazione) e non trovare nessuno disposto a comprare.
- OFFERTA: i broker che offrono l’opportunità di farti accedere al Forex sono molti e, data la competitività tra di loro, i servizi da loro offerti nei confronti dell’investitore stanno notevolmente migliorando in qualità e precisione. Fai attenzione però, non fidarti troppo di nomi sconosciuti o degli ultimi arrivati. Affidati sempre a broker ben conosciuti e di cui puoi trovare un sufficiente numero di feedback.
- CONVENIENZA: la competitività tra i broker ha fatto in modo che anche i costi per operare sul Forex diminuissero drasticamente. Possiamo dire che i costi nel trading sono rappresentati dalle commissioni, e possiamo dire con certezza che le commissioni richieste per operare nel mercato Forex (spread) sono le più basse in assoluto. Questo significa che i tuoi guadagni non vengono intaccati da continue decurtazioni che limano progressivamente i tuoi introiti.
- LONG/SHORT: come visto nell’ultima lezione, non solo possiamo comprare quindi guadagnare se uno strumento cresce di valore, con il Forex possiamo anche vendere allo scoperto e guadagnare se qualcosa perde valore. Questo vuol dire che vi sono doppie possibilità per un trader esperto di ottenere profitto da questi movimenti.
- SOCIAL TRADING: l’ultima caratteristica positiva che contraddistingue il Forex è senza dubbio la possibilità di poter investire in esso con il Social Trading. Difficilmente questa particolare forma di investimento si sarebbe potuta sviluppare ed espandere senza la flessibilità, l’accessibilità e la potenza del mercato più grande al mondo.
Il Forex in conclusione
Il Forex è letteralmente una miniera di opportunità per chi sa fare trading in modo professionale.
E ora hai anche il Social Trading che ti permette di non dover per forza diventare un trader professionista. Potrai molto più semplicemente scegliere i trader vincenti che più ti piacciono, e fare quello che fanno loro, guadagnando in percentuale come guadagnano loro.
Questo è quello che si chiama progresso finanziario.
Il prossimo corso è dedicato appunto al Social Trading, dalla sua nascita, alle sue caratteristiche principali, ai suoi lati nascosti. La tua opportunità di cominciare a fare soldi investendo si avvicina sempre più.

Autore del post
Filippo è il co-fondatore e amministratore di InvestinGoal.it. Ha 15 anni di esperienza nel settore finanziario e forex in particolare. Ha iniziato la sua carriera come forex trader nel 2005, per poi interessarsi a tutto il settore Fintech e Crypto in generale.
Con il tempo ha sviluppato un approccio quasi scientifico all’analisi dei broker, dei loro servizi e delle loro offerte. Inoltre, è un esperto delle Politiche di Compliance e Sicurezza per la tutela dei consumatori in questo settore.
Con InvestinGoal l’obiettivo di Filippo è di portare quanta più chiarezza possibile per aiutare gli utenti a navigare il mondo del trading online, del forex e delle criptovalute.

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