​Nell’articolo odierno tratteremo un argomento molto importante, da conoscere nei minimi dettagli per tutti coloro che vogliono fare trading online nella maniera corretta: il pagamento delle tasse.

Parleremo di come pagare le tasse con Plus500, poiché si tratta di uno dei broker più utilizzati e apprezzati dalla community italiana di trader.

Con Plus500 pagare le tasse non è affatto complicato né troppo oneroso, ma è sempre meglio conoscerne i dettagli, poiché si tratta pur sempre dei nostri risparmi.

In questa guida non tratteremo per esteso caratteristiche e offerta del broker, poiché ci concentreremo unicamente sul pagamento delle tasse.

Per tutti i lettori che volessero approfondire altri dettagli di questo broker, potranno visitare questa guida sulle opinioni si Plus500, così da conoscere ogni aspetto di una delle piattaforme più utilizzate a livello mondiale.

In questa sede vedremo cos’è tassabile di un’attività di trading, a quanto corrisponde la tassazione in Italia e come pagare le tasse in maniera corretta.

Va detto che le tassazioni variano a secondo di che tipo di broker si utilizza e quali strumenti offre. Partiremo proprio da questo punto, poiché Plus500 è un broker CFD, pertanto cercheremo di capire come ciò può influire sul pagamento delle tasse.

Elenco dei contenuti

Pagare le tasse con Plus500: tassazione per i CFD

I CFD, contratti per differenza, sono un particolare strumento derivato, il quale permette di speculare sulle oscillazioni di un qualsiasi asset, ma non permetteno di possederlo in senso pieno.

Per fare un esempio pratico, acquistare con CFD azioni Amazon, non vuol dire possedere davvero quelle azioni, che non saranno soggette in quanto tali a tassazione.

Teoricamente, ogni asset dovrebbe vantare diversi livelli di tassazione, ma ciò con Plus500 non succede. Il broker, infatti, offre unicamente CFD, dunque la tassazione sarà fissa ed omogenea per qualsiasi asset.

Ricordiamo, inoltre, che Plus500 non agisce da sostituto d’imposta, questo vuol dire che i proventi dall’attività di trading non saranno “tassati” dal broker stesso, ma andranno inseriti nella dichiarazione dei redditi.

Il procedimento non è troppo complesso. Basterà scaricare dalla stessa piattaforma di Plus500 il resoconto annuale delle operazioni e portarlo al proprio commercialista o al CAF di fiducia. Saranno poi loro a provvedere all’inserimento dei dati nella dichiarazione del reddito.

Per pagare le tasse del 2021, per esempio, si dovrà portare questa documentazione al CAF o al commercialista all’inizio dell’anno solare successivo. Ma quali attività vengono effettivamente tassate nel trading online?

Pagare le tasse con Plus500: come viene tassato il trading online

Come accennato, la tassazione cambia a seconda dello strumento utilizzato per fare investimenti online, pertanto prenderemo in considerazione la tassazione per ciò che riguarda i CFD.

La percentuale di tassazione applicata ai profitti derivanti dal trading online è corrispondente al 26%. Risulta, dunque, molto inferiore rispetto ad altri settori, e a breve vedremo che non risulta particolarmente invasiva.

Nel trading online, vengono considerate tassabili solo le plusvalenze. Ciò vuol dire che, se investiamo 1000 euro e otteniamo profitti per 100, le tasse corrisponderanno a soli 26 euro.

In caso di perdite la faccenda si fa interessante. Se all’interno di un anno solare il rapporto tra profitti e perdite è in negativo, non solo non dovremo pagare alcuna tassa, ma queste perdite ci verranno sottratte dalla prossima dichiarazione dei redditi.

Facciamo un esempio pratico. Fingiamo che nell’anno fiscale 2020 la nostra attività di trading online ha portato perdite per 100 euro, mentre nel 2021 abbiamo generato profitti per 200 euro.

Nel 2020 non pagheremo alcuna imposta sulla nostra attività di trading, mentre nel 2021 dovremo sottrarre le perdite del 2020 dai profitti del 2021.

Questo vuol dire che per l’anno 2021 pagheremo unicamente 26 euro di tasse a fronte di 200 euro di profitti, a cui vengono sottratti 100 euro di perdite per l’anno precedente.

Ripetiamolo per maggior chiarezza: nel trading online vengono tassati solo i profitti, le plusvalenze, mentre le perdite saranno sottratte ai profitti dell’anno successivo, abbassando anche in parte la tassazione.

Pagare le tasse con Plus500: CFD e dividendi

Se il discorso circa i CFD è molto semplice, si fa più complessa la questione per ciò che riguarda i dividendi.

Questi hanno livelli diversi di tassazione rispetto ai CFD e sono anche influenzati da fattori diversi. Tra questi, c’è da capire in quale exchange vengono conservate le azioni le azioni dell’azienda in questione, il valore delle stesse e simili.

Ricordiamo che Plus500 non permette di acquistare realmente un asset, dunque non si potrà accedere alla spartizione dei dividendi.

Tuttavia il broker prevede dei premi che vanno a compensare questa mancanza, ma fiscalmente non sono considerati alla stregua di dividendi.

Questi andranno computati tra i profitti generici, insieme ai proventi dall’attività di trading. Per conoscere tutti i dettagli sui premi previsti dal broker, si consiglia di leggere alcune importanti opinioni su Plus500, così da avere una visione più completa della questione.

Pagare le tasse con Plus500: la Tobin Tax

Parliamo ora di un aspetto molto importante quando si parla di tassazione per le attività finanziarie: la Tobin Tax.

Questa imposta, elaborata nel 1972 da tale James Tobin, premio Nobel per l’economia nel 1982, è stata ideata con il fine di penalizzare la speculazione sui mercati finanziari.

In Italia è stata introdotta dalla legge 228/2013 (legge di stabilità 2013 imposta dal governo Letta), e va a colpire tre diverse categorie di investimenti:

  • trasferimenti di proprietà di azioni e strumenti finanziari partecipativi;
  • contratti derivati e su titoli che abbiano come sottostante le azioni di cui sopra;
  • operazioni “ad alta frequenza”.

Questa tassa viene, dunque, applicata anche ai CFD quando il saldo a fine giornata è superiore al saldo del giorno precedente (le operazioni intraday non sono soggette a questa tassa).

Inoltre unicamente un tipo di asset è soggetto a questo tipo di tassazione: solo i CFD che hanno come sottostante un’azienda italiana con capitalizzazione superiore ai 500 milioni.

Esistono altri casi in cui viene applicata la Tobin Tax ma che non riguardano i CFD e dunque non sono inerenti al discorso odierno.

Tuttavia c’è da dire una cosa molto importante: ad oggi con Plus500 non si dovrà pagare la Tobin Tax, poiché il broker ha sede all’estero e non è soggetto alla legge 228/2013.

Pagare le tasse con Plus500: conclusioni

Con Plus500 pagare le tasse non è una questione complicata o onerosa, come abbiamo avuto modo di vedere in questa guida.

Il 26% dei soli profitti non è un’imposta eccessiva, senza contare che da questi andranno sottratte le minusvalenze degli anni precedenti.

Va comunque ricordato che la burocrazia in Italia non sempre è sufficientemente chiara, e spesso si creano molti casi specifici che meriterebbero approfondimenti a sé stanti.

Per questo motivo, si consiglia di chiedere sempre un parere di un esperto, come il proprio commercialista di fiducia, che vi indirizzerà nel modo migliore al pagamento delle tasse per la propria attività di trading.

Plus500, comunque sia, provvederà ad inviare il resoconto di tutte le operazioni chiuse entro l’anno solare, così che sia più semplice tutto il processo di pagamento delle tasse.

Anche da questo punto di vista si conferma la un broker che fa della semplicità il proprio valore fondante, come è testimoniato anche da altri aspetti della società.

Per conoscere tutti i dettagli di questo broker è possibile visitare la guida Plus500 opinioni, in cui verranno sviscerate tutte le caratteristiche del broker senza eccezioni.